La storia Il quartiere tra l'Italsider e i soldati a stelle e strisce Via la Nato da Bagnoli Rea: «La Guerra Fredda finisce solo adesso»

I ricordi dell'autore di Mistero Napoletano

La memoria Il filo della storia della città e di Bagnoli assieme a Ermanno Rea: in «Mistero Napoletano» il dopoguerra, l`autore invece ne «La Dismissione» racconta Vincenzo Buonocore, ex operaio divenuto tecnico e incaricato dello smantellamento dell`acciaieria Ilva di Napoli, che sarà venduta ai cinesi, ed è l`eliminazione di uno strumento economico importante La Base L`acquartieramento militare della Nato a Bagnoli, in dismissione
27 novembre 2012 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — «Fuori l`Italia dalla Nato, fuori la Nato dall`Italia»; «Yankees go home, yankees go home».
Slogan che sono risuonati per decenni nei cortei "antimperialisti", quelli della sinistra radicale.
Generazioni di napoletani col cuore a sinistra li hanno gridati sfilando a Bagnoli, a centinaia di metri "dall`odiato nemico", sorvegliati a vista dai poliziotti e dai soldati a stelle a strisce.
Dopo 59 anni (il Comando fu inaugurato il 4 aprile 1954) la Nato va via, ma di sua volontà e per trasferirsi solo pochi chilometri più in là, a Lago Patria, nella nuova sede realizzata per ospitare circa 2000 persone.
Ð prossimo tré dicembre la cerimonia di commiato, alla quale parteciperanno l`ammiraglio Bruce Clingan; il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris; il presidente della giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro. Resta aperta la questione della futura destinazione del collegio Ciano, costruito neli939 per ospitare i bambini poveri, ma utilizzato sin dal 1940 come acquartieramento militare. Per le truppe italiane e per gli angloamericani durante il secondo conflitto mondiale. Per la Nato, appunto, dal 1953 ad oggi. Associazioni, movimenti cittadini reclamano che il complesso, di proprietà della Fondazione Banco di Napoli, commissariata dalla Regione, sia destinato ad usi sociali.
Vorrebbero che ospiti servizi a beneficio del quartiere e della città. Come, del resto, auspicano che siano preservati da ogni manomissione i 20 ettari di suolo agricolo - 7 coltivati e di proprietà dell`imprenditrice Paiola, 12 incolti appartenenti alla Fondazione - della collina di San Laise, che circondano la base in via di dismissione.
Quale sia il futuro, ad oggi nessuno può prevederlo. Certo è, invece, che con l`abbandono dell`ex collegio Ciano da parte della Nato si chiude un`epoca. Quella che ha raccontato in "Mistero Napoletano" lo scrittore Ermanno Rea.
«Bagnoli», ricorda oggi dalla sua casa romana, «negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso era un quartiere stretto in una tenaglia. Da una parte, la fabbrica, il mito della cultura operaia, la concretezza della dignità del lavoro, i guasti di un sistema di produzione altamente inquinante e nocivo per la salute. Dall`altra parte la Nato: una presenza sorniona, una forma di oppressione non percepibile, ma incombente».
Mondi diversi, che non si incrociavano, che quasi si ignoravano.
L`acciaieria, serbatoio di voti e di militanza per il Pci. La base militare, testa del dominio a stelle e strisce che spaziava fino alla Turchia.
«Solo adesso che la Nato lascia Napoli», rinette Rea, «la città chiude definitivamente i conti con l`epoca della Guerra Fredda. So bene che ormai da anni il ruolo di quella base era cambiato, essen domutati gli scenari ed il contesto geopolitico. Però solo ora Bagnoli volta davvero e definitivamente pagina rispetto ad un lungo passato pietrificato, immobile, congelato tra lltalsider ed il quartier militare Nato».
Restano i ricordi. «I miei», prosegue lo scrittore, «sono legati in particolare ai tanti militari a stelle e strisce che si incontravano nella zona del porto, in prossimità dei locali notturni, in giro per le strade».

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