A NATO mia di un’alleanza

La nascita della NATO trasforma il patto tacito determinato dai risultati della guerra (chi arrivava prima nel sottrarre i Paesi dall’occupazione nazi-fascista, acquisiva il diritto alla dominazione), in un accordo di “integrazione militare” sotto comando USA degli eserciti in ricostruzione dei singoli Paesi.
27 aprile 2019 - Giuseppe Capuano

Il 4 aprile ricorre il settantesimo anniversario della firma del Patto Atlantico che diede vita alla NATO (Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord). Settanta anni sono tanti soprattutto se rapportati alle grandi modificazioni economiche, sociali e geopolitiche che si sonno succedute e accavallate in questi decenni. C’è da chiedersi, allora, quali siano state le ragioni di una tale longevità.

C’è subito da dire che la NATO è una strana alleanza. I Paesi europei che sottoscrissero il Patto erano stati nemici giurati per secoli, e solo da qualche anno era finito il drammatico e cruento secondo conflitto mondiale, che proprio dal cuore dell’Europa aveva avuto inizio.

La nascita della NATO trasforma il patto tacito determinato dai risultati della guerra (chi arrivava prima nel sottrarre i Paesi dall’occupazione nazi-fascista, acquisiva il diritto alla dominazione), in un accordo di “integrazione militare” sotto comando USA degli eserciti in ricostruzione dei singoli Paesi.

Fu una forzatura politica e diplomatica che determinò, pochi anni dopo, la nascita di un sistema speculare, il Patto di Varsavia, tra i paesi liberati dall’esercito dell’Unione Sovietica. Un accordo, quindi, che nulla aveva a che vedere con le ragioni della guerra appena conclusa, ma che si pose l’obiettivo di contrastare l’avanzata dell’influenza comunista nelle aree liberate diventate repubbliche democratiche. Non quindi un’alleanza strettamente militare ma politica e ideologica.

Fu l’inizio di quella che fu definita la Guerra Fredda. Una guerra fredda per gli europei, per gli Stati aderenti ai due blocchi, formalmente integrati in due giganteschi eserciti, ma non per i Paesi oltre quei due lunghissimi confini. Ai margini degli imperi guerre cruente, massacri di civili, distruzione di persone e di cose sono stati tanti, tantissimi. L’equilibrio del terrore, l’impossibilità di uno scontro diretto tra i due blocchi per la minaccia dell’uso della bomba atomica, che avrebbe inevitabilmente determinato la distruzione di tutti i contendenti, aveva spostato in aree limitrofe lo scontro tra le grandi potenze che mai, formalmente, comparivano una contro l’altra. In ogni caso lo scontro poteva verificarsi solo fuori dai confini degli Stati aderenti ai due grandi blocchi.

I Paesi aderenti alla NATO sono stati sotto l’egida degli americani, esercitata con prebende economiche e sotto il controllo dei servizi segreti USA, aiuti e coperture di ogni genere a Governi talvolta pavidi, sempre a condizione che non ci si mettesse in competizione con la casa madre, la potenza economica statunitense.

Lo spazio è poco per contenere la lunga lista di abusi che, in nome della democrazia, la Nato e i suoi alleati hanno compiuto nel mondo; spesso in nome del rispetto del Patto si è sacrificata la libera espressione democratica in Italia come in Europa. Ma il Patto resiste, anzi negli ultimi anni si è rafforzato, nonostante l’Impero del Male, i paesi comunisti del blocco del Socialismo Reale, si sia dissolto da ormai quasi 30 anni. La minaccia nucleare dei paesi comunisti è ormai una leggenda eppure l’arsenale atomico si rinnova, si attivano ordigni di media potenza tanto da essere utilizzabili senza provocare subito la fine di tutto. Le spese militari aumentano, per l’Italia dai 70 milioni al giorno si sta lentamente passando a 100 milioni al giorno come richiesto da Trump. Le guerre periferiche continuano, il disastro ecologico e ambientale avanza, milioni di persone sono in fuga dai propri territori di nascita e vagano in Africa, nel sud America, in Asia, e molti cadono vittime di trafficanti e della cecità di chi si rifiuta di accoglierli.

La NATO esiste e resiste perché l’Europa non c’è. La NATO esiste e resiste perché la Politica, la Diplomazia, hanno ceduto definitivamente il campo alla strapotenza degli speculatori finanziari. Il militarismo esiste e si rinnova perché è la più antica, barbara e semplificata maniera di creare facili consensi tra i disorientati, gli arrabbiati, gli sconfitti delle economie avanzate in Europa come nel resto del mondo.

La politica è cosa di donne e uomini, non è né naturale né extraterrena. Allora si può cambiare. Cambiare politica significa ricominciare a praticare l’arte del convincimento e non del soggiogamento. Certo un Urlo e uno Scoppio si sentono e si vedono di più, ma lasciano orecchie e teste intontite, distruzione e macerie. In tempi se pur non brevi, ma pur sempre terreni e non biblici, le cose possono cambiare, ma bisogna però pur cominciare. L’anniversario della firma del Patto può essere una occasione di confronto vero e non dovrebbe essere sprecata.

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