NATO: settant'anni di troppo!

Venerdì 17 settembre il Presidente della Repubblica sarà in visita ufficiale a Giugliano, purtroppo non per rendersi conto di persona del grave disastro ambientale di quel territorio. Mattarella viene invece a celebrare i 70 anni della NATO in Italia nell’evento che si terrà presso il Comando J.F.C. Naples di Lago Patria, centro nevralgico per l’Europa e l’Africa delle strategie belliciste USA e ‘alleate’
16 settembre 2021 - Antimilitaristi Campani

Venerdì 17 settembre il Presidente della Repubblica sarà in visita ufficiale a Giugliano, purtroppo non per rendersi conto di persona del grave disastro ambientale di quel territorio, un dramma che coinvolge l’intera Area Vasta e coloro che vi abitano, vittime da anni di un criminale smaltimento di rifiuti tossici, intombati e incendiati senza sosta, con inquinamento irreversibile delle matrici ambientali e danni incalcolabili sulla salute umana.

Mattarella viene invece a celebrare i 70 anni della NATO in Italia nell’evento che si terrà presso il Comando J.F.C. Naples di Lago Patria, centro nevralgico per l’Europa e l’Africa delle strategie belliciste USA e ‘alleate’; hub di una guerra sempre più globale e tecnologica, che semina morte e distruzione su tutto il pianeta, che risucchia ingenti risorse sottraendole alla creazione di benessere per i popoli e, proprio per il suo ruolo, rende se stesso e le popolazioni che vivono intorno ad esso  un bersaglio militare.

A fare gli onori di casa sarà l’Ammiraglio Robert Burke, Capo del Comando Interforze Alleato di Napoli e di quello delle Forze Navali U.S.A. in Europa e in Africa, che accoglierà il  Presidente Mattarella insieme al vicesegretario generale della NATO, Mircea Geoana, reduce dalla visita alla base di Sigonella, insieme a un gruppo di ambasciatori NATO.

Come ha dimostrato di saper fare in tutti gli svolti critici che hanno caratterizzato il suo settennato (dalla legittimazione di governi tecnici fino al sugello alla gestione militarizzata della pandemia), il Presidente Mattarella coglie un’altra occasione per difendere il “sistema Italia” celebrando lo strumento per eccellenza di difesa e di imposizione degli interessi occidentali e italiani nel mondo e  per ribadire la comunione di valori e la fedeltà al primo e grande alleato atlantico, gli USA.  Una conferma di quanto già espresso solo qualche mese fa nell’incontro tenutosi al Quirinale con il Segretario di Stato Usa Antony Blinken e ribadita nel recentissimo viaggio del ministro della Difesa Lorenzo Guerini negli Stati Uniti per incontrare la sua controparte al Pentagono e altri esponenti governativi.

In nome di questa fedeltà, il “nostro” Presidente ed il “nostro” governo chiedono agli amici statunitensi un maggiore riconoscimento del ruolo svolto dall’Italia, sia come piattaforma militare indispensabile per la NATO ed il Pentagono, sia come maggiore contribuente a tutte le missioni militari NATO: primo contingente dopo gli USA tanto in Afghanistan che in Iraq, dove sostituirà gli Stati Uniti nella direzione della missione NATO.

Dietro alla ripetuta necessità di un rafforzamento delle relazioni bilaterali fra Roma e Washington e di un maggior coordinamento nell’ambito dei consessi multilaterali per affrontare le cosiddette “sfide globali” imposte in particolare da Russia e Cina, c’è la sempre meno nascosta richiesta italiana di un appoggio USA alla campagna africana che l’Italia sta portando avanti, in Libia come in Niger, in Mali come nel golfo di Guinea, per tutelare, armi in mano, gli interessi delle imprese italiane, ENI su tutte, dai competitors internazionali e da quanti in quei Paesi si rifiutano di piegarsi al giogo italiano e occidentale.

Gli Antimilitaristi Campani denunciano questo ennesimo atto di celebrazione di uno strumento di morte e di sopraffazione dei popoli. Denunciano il bellicismo ed il militarismo del governo italiano, che oltre a procedere ad una esasperante militarizzazione interna, sta accrescendo l’impegno militare italiano all’estero (ben 40 missioni militari, più di 9 mila militari coinvolti, più di 1,2 miliardi di costo per il 2021).

Fermare la guerra si può e si deve, manifestando sia contro chi da 70 anni organizza i suoi wargames sul nostro territorio e sulla pelle di chi vi abita sia contro il governo italiano; denunciando le nostre crescenti spese militari (che hanno ‘contagiato’ anche il PNRR), insieme all’inquinamento militarista dell’economia, della società civile, della cultura e perfino della scuola.

ANTIMILITARISTI CAMPANI

Napoli 16/09/21

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