Sequestrati documenti e contratti di locazione In tre anni giro d’affari di due milioni e mezzo

Le mani dei Casalesi sui fitti dell’Us Navy

La Finanza negli uffici della base di Gricignano: dietro le intermediazioni il riciclaggio di denaro sporco
26 novembre 2008 - Rosaria Capacchione
Fonte: Il Mattino Caserta

Si cerca il mediatore, l’uomo che fa da spola tra l’ufficio alloggi della base Usa e i proprietari degli appartamenti fittati a peso d’oro ai militari dell’Us Navy. Si cerca l’uomo che ha consentito il grande affare, che ha garantito per i proprietari delle villette e degli appartamenti, poi sequestrati nelle inchieste anticamorra. Il mediatore o i mediatori, uomini del posto che parlano l’inglese con una discreta disinvoltura e che sull’operazione guadagnano una consistente percentuale (anche il 15 per cento). E non è cifra da poco, visto che i canoni di locazione, nella sola Casal di Principe, variano dai 1500 e ai 3000 euro al mese, con contratti bloccati per tre anni. L’ipotesi per la quale procede la Procura antimafia di Napoli è quella di riciclaggio. La Dda di Napoli sospetta, infatti, che il manto di legalità dato all’operazione immobiliare grazie ai contratti con gli americani della base di Gricignano d’Aversa sia solo un modo per ripulire gli introiti delle sue attività illecite. Il punto di partenza l’operazione dello scorso 29 settembre, quando furono sequestrati beni mobili e immobili per un valore di oltre 10 milioni di euro, intestati ad altri soggetti ma ritenuti nella disponibilità del killer casalese Giuseppe Setola. Tra gli immobili anche venti appartamenti intestati al fratello di Setola, Pasquale, e alla cognata, Giovanna Baldascino, nella zona di Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa. Alcuni di questi, undici in particolare, sono risultati occupati da militari statunitensi. Una novità? No, una conferma. A marzo dello scorso anno, infatti, i carabinieri avevano sequestrato proprietà immobiliari per un centinaio di milioni di euro: erano i profitti di una grande truffa alle compagnie assicurative gestita da elementi del clan dei Casalesi. Molti di quegli appartamenti erano occupati da militari dell’Us Navy di Gricignano. Ieri, per tutta la giornata, militari della compagnia della Guardia di Finanza di Marcianise e uomini della Dia hanno passato al setaccio gli uffici dell’Housing Department della base della marina militare Usa di Gricignano, il centro interno che fa da tramite fra proprietari e affittuari, portando via una gran mole di documenti e contratti di locazione. L’ufficio, con personale statunitense e italiano, provvede a gestire una banca dati degli immobili disponibili in varie zona della regione e circa 400 sono le abitazioni che vengono date in fitto con contratto triennale. I fitti vanno dai 1500 ai 3000 euro mensili a seconda delle caratteristiche degli immobili, per cui si tratta di gestire, in media per i tre anni, circa 2 milioni e mezzo di euro. Le indagini sono anche indirizzate a conoscere chi propone l’inserimento degli alloggi nell’elenco esclusivo dell’housing, in pratica chi sarebbero gli intermediari tra l’ufficio dell’Us Navy e i proprietari degli alloggi. Il comandante in capo delle forze americane in Campania, ammiraglio Mark Fitzgerald, a fine ottobre, in un comunicato, aveva espresso la propria «inquietudine» chiedendo al governo italiano «l’assistenza necessaria ad assicurare che il nostro personale sia protetto dalle organizzazioni criminali e alloggiato in ambienti sicuri». È da leggere anche in questo senso, allora, l’allarme lanciato qualche giorno fa dal comando americano sull’inquinamento dell’acqua in alcune zone, in particolare a Casal di Principe, e l’istituzione di una moratoria temporanea per i nuovi contratti di locazione nelle zone di Arzano, Casal di Principe, Marcianise e Villa Literno. Aree contigue alla zona di Gricignano dove il personale statunitense era autorizzato ad abitare quando, avendo in casa un animale domestico, faceva richiesta di un alloggio dotato di terrazzo o di giardino.

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