Okinawa L’isola degli scandali: violenza di 4 militari su una ragazza. Nel 1995 un caso simile scatenò durissime proteste in tutto il Giappone

Stupri dei Marines, crisi Giappone-Usa Quattro marines accusati di stupro. E Okinawa si ribella ancora agli Usa

Violenza di gruppo su una ventenne. Il premier: «Faremo giustizia»
Il sergente Braswell e compagni, prosciolti dalle autorità nipponiche, rischiano ora la corte marziale negli Stati Uniti.
16 febbraio 2008 - Paolo Salom
Fonte: Corriere della Sera

Non è il primo caso: la violenza sessuale di marines americani di stanza a Okinawa ai danni di una ragazza giapponese apre una crisi fra Tokio e Washington. Lo stupro ar-riva in Parlamento, un nodo complicato per il premier Yasuo Fukuda, alle prese con il risentimento della popolazione contro i 50 mila soldati Usa.

Un incontro casuale in un night di Hiroshima. I complimenti di un soldato americano, sorrisi, sguardi di intesa. Una passione che si accende ma che in breve tempo si trasforma in terrore per una ragazza giapponese di 20 anni. Stupro. Ripetuto. Ore in balia del militare e di suoi tre commilitoni. La vergogna della denuncia. «Mi hanno costretta, non volevo». La storia ripetuta più volte di fronte agli investigatori. Il caso che diventa un incubo per le diplomazie dei due Paesi. Anche perché si interseca con un altro episodio gravissimo: di nuovo l'accusa di violenza sessuale per un marine di 38 anni, Tyrone Luther Hadnott, di stanza nel Campo Courtney, sull'isola di Okinawa, rasa al suolo nel 1945 pochi mesi prima del colpo finale con le atomiche contro l'Impero nipponico. Hadnott è finito nei giorni scorsi in una galera giapponese perché avrebbe costretto una quattordicenne a fare sesso con lui. «Non è vero - si è difeso –. Le ho solo dato un passaggio in auto. E l'ho baciata. Ma non violentata». Il caso è finito in Parlamento. Il primo ministro Yasuo Fukuda, eletto in settembre, affronta la sua prima crisi nata da un problema annoso: la presenza di quasi 4o mila soldati americani sul suolo giapponese, la maggior parte concentrati nel fazzoletto di corallo che oggi rappresenta il baluardo contro le mire cinesi sul Pacifico. «È un fatto imperdonabile – ha detto il premier, promettendo giustizia –. È accaduto più volte in passato e considero questo come un altro caso grave». La memoria corre al 1995, quando tre marines violentarono una dodicenne, sempre a Okinawa, suscitando la rabbia degli isolani che manifestarono per settimane, chiedendo la chiusura delle basi. Le cittadelle Usa sono ancora lì. Ma le regole sono cambiate: i soldati che commettono crimini gravi, come stupro o omicidio, non sono più soggetti alla sola giurisdizione militare e sono consegnati alla giustizia giapponese. Quando la polizia locale decide di lasciare cadere le accuse (è successo a Hiroshima), allora le autorità militari americane subentrano con un'ulteriore inchiesta e nessuno sconto: è di questi giorni la notizia che i quattro marines accusati di aver violentato la ventenne sono finiti di fronte a una commissione che dovrà stabilire se sottoporli a corte marziale. I fatti si riferiscono all'ottobre scorso. I sergenti Carl M. Anderson, 39 anni, Lanaeus J. Braswell, 25, e il caporale Lariy A. Dean, 20, sono confinati da allora nel campo di Iwakuni e devono rispondere di accuse quali stupro, rapimento e furto ai danni di una ventenne giapponese incontrata in una discoteca della vicina Hiroshima. La ragazza, il cui nome è mantenuto riservato, era stata abbordata da Braswell. Complice forse l'alcol, aveva accettato di appartarsi con lui, finendo in un furgone parcheggiato lì vicino. Ma, pochi minuti dopo, quando la ragazza ormai era completamente spogliata, il portellone si era aperto e i tre compagni del marine, ha ricordato tra le lacrime la giovane di fronte ai giudici militari, erano saliti a bordo iniziando a toccarla e a spogliarsi a loro volta.«Sono stata ingannata da Braswell – ha spiegato –. Erano tutti d'accordo». Il furgone era stato poi spostato in un punto più «tranquillo» e i quattro «a turno, mi hanno violentato». Alla fine, la poveretta è stata fatta scendere, mezza nuda, tra le risate dei marines che, evidentemente non soddisfatti, avevano anche pensato di sottrarle 12.500 yen (80 curo) dal portamonete. Poi, oltre al danno, la beffa. Dopo alcune indagini, gli inquirenti giapponesi avevano deciso di chiudere il caso per l'incoerenza delle dichiarazioni della ragazza L'agenzia di stampa Kyodo ha scritto che la giovane aveva cambiato la sua testimonianza dichiarando di aver avuto rapporti consensuali con Braswell «Ma non con gli altri». Risultato: Giappone e Stati Uniti di nuovo ai ferri corti. E la reputazione dei marines ai minimi termini.

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