Gaza, ucciso il volontario Vittorio Arrigoni

basta attacchi alla solidarietà, basta terrorismo!
15 aprile 2011 - Giovanni Marino

Questa notte a Gaza, dopo un rapimento durato poche ore, è stato assassinato Vittorio Arrigoni, attivista dell'International Solidarity Movement. Il barbaro atto è stato rivendicato da un gruppo terrorista di matrice al-qaedista che con un video aveva avanzato la richiesta ad Hamas di rilasciare alcuni suoi militanti incarcerati. Gli assassini non hanno atteso neanche la scadenza del breve ultimatum da loro stessi fissato.

Esprimiamo sdegno e rabbia per questo crimine, vicinanza e solidarietà ai cari di Vittorio e all'ISM. Si tratta di un attacco gravissimo: colpisce un volontario che ha operato pacificamente, molto conosciuto a Gaza e anche qui in Italia per le corrispondenze pubblicate su il manifesto e peacereporter dove per anni ha documentato le condizioni in cui Israele costringe un milione e mezzo di palestinesi nel carcere a cielo aperto che è la Striscia di Gaza.

È un avvertimento e un colpo contro tutte le persone solidali, per terrorizzarle; un colpo contro la stessa idea di solidarietà, per isolare il popolo palestinese. Significativamente, su queste pratiche di morte convergono forze apparentemente agli antipodi come i gruppi terroristi clandestini di matrice religiosa fondamentalista e lo Stato di Israele, responsabile della strage di volontari della Freedom flotilla il 31 maggio 2010.

L'efferato delitto avviene in un momento di crescita della violenza in tutta la Palestina. Appena pochi giorni prima a Jenin, in Cisgiordania, è stato ucciso Juliano Mer Khamis, fondatore e direttore del Freedom Theater. A questi omicidi mirati, rivolti contro persone attive nel mondo della cultura e della solidarietà, si affiancano i raid militari israeliani che quasi ogni giorno sparano sulla popolazione inerme di Gaza con carri armati, elicotteri ed aerei da guerra. Significativamente questa escalation tende ad isolare la Palestina dall'ondata rivoluzionaria che coinvolge molti paesi vicini; è anche un colpo al protagonismo giovanile che aveva portato, il 15 marzo scorso, alle manifestazioni unitarie molto critiche verso tutte le attuali direzioni politiche, da Hamas all'ANP.

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